Spiritelli Natalizi – Nuova Produzione Natale 2024
Liberamente tratto da “Canto di Natale” di Dickens, lo spettacolo narra le peripezie di due buffi spiritelli alle prese con un inguaribile cuore di pietra: quello del Sig. Scrooge.
Avaro oltre ogni immaginazione, brontolone e scorbutico, Scrooge detesta il Natale, pensa solo al lavoro e tratta male chiunque abbia a che fare con lui. Sembra davvero impossibile far nascere in lui un po’ di spirito natalizio! Gli ordini sono però chiari e irremovibili. I due amici spiritelli ce la metteranno tutta e useranno ogni arma in loro possesso: trasformazioni, apparizioni, predizioni e … Marley, lo spirito in catene… ma… che fine avrà fatto?!?!
Un tuffo nell’atmosfera natalizia, carico di risate e sorprese, che ci farà capire come il Natale riflette in sé tutti i valori della vita.
Tematica affrontata: importanza di vivere seguendo valori morali, gratitudine verso la vita, apertura e gioia verso il rapporto con l’altro. Lo spettacolo fa riflettere sul concetto di ricchezza materiale, che nulla a che fare con la ricchezza interiore.
La magica storia dei 4 Elementi
Tanto tempo fa, quando il Pianeta Terra non conosceva ancora l’inquinamento, i Quattro Elementi regnavano
in armonia regalando spettacoli della natura.
L’Aria era pura, la Terra rigogliosa, l’Acqua limpida e il Fuoco lucente… fino a che arrivò il Cattivo
Progresso! Il Fuoco, smanioso di potere, diventerà alleato del Cattivo progresso che porterà inquinamento e
distruzione. I tre amici, Aria, Acqua e Terra, rimasti soli e indeboliti, dovranno trovare un modo per far
tornare il Fuoco amico del Pianeta. Come? Con l’aiuto degli spettatori!
Saranno infatti proprio loro i protagonisti, con le loro idee e i loro consigli per salvaguardare l’ambiente. Il
tutto condito con musica, allegria e divertentissimi numeri di mimo.
La Cisterna – Giornata del Ricordo
Abbiamo inserito “La Cisterna” nella categoria del teatro narrativo per la tematica trattata, ma in realtà, è un vero e proprio spettacolo teatrale in occasione della Giornata del Ricordo.
Storia istriana di Bruno Carra, vincitore del Premio Letterario “Tanzella”, vuole raccogliere e conservare, anziché l’acqua, qualcosa che con l’acqua e il suo scorrere ha molto a che fare: la memoria. La memoria della storia dell’Istria e degli istriani, un esodo di 350 mila italiani che lasciano la loro casa, la loro terra, i loro cimiteri, tutto! Dispersi come schegge di una granata, ma con nel cuore sempre vivo il ricordo del loro paese perduto e del loro mare.
Fatti che i libri di storia hanno taciuto per cinquat’anni. La storia si concentra sul vissuto di una famiglia, quella dell’autore, dall’inizio del fascismo, alla guerra, fino al tragico esodo.
Spettacolo intenso che fa trasparire come gli eventi storici si siano barbaramente intrusi nella vita della gente semplice che abitava le terre dell’Istria, devastandone la quotidianità.
Emozioni forti che vogliono arrivare al cuore di ogni spettatore, perché ciò che ha vissuto questo popolo non sia dimenticato.
Lo spettacolo prevede, salute permettendo, la presenza del Signor Bruno Carra Nascimbeni, autore del testo, esule istriano.
La nostra polenta quotidiana
Reading tratto dall’omonima opera di Dino Coltro
“Quelle che raccontiamo noi anziani sono storie vere, tutte cose che abbiamo fatto, anche se non interessano a nessuno. Queta è la nostra vita, sempre uguale con le stesse tribulazioni, in casa e sul lavoro, in letto con l’uomo che il destino ti faceva incontrare, portando al collo i figli che Dio mandava…”
La magia che Dino Coltro crea con le sue parole, conservando il carattere della narrazione orale, è emozionante: sembra di essere accanto al focolare, su una sedia impagliata, ad ascoltare la vecchia nonna.
Le storie de “La nostra polenta quotidiana” entrano nei cuori, a volte con una infinita tenerezza che strappa un sorriso d’affetto, come se la narratrice fosse a noi vicina e potessimo farle una carezza; in altri frangenti, invece, le parole fanno male, arrivano schiette e, come lame taglienti, aprono ferite. Ferite che ci portano alla durissima condizione della donna nel mondo contadino: costretta a servire in casa, per far quadrare il magro bilancio e sfamare la numerosa famiglia e nei campi, come l’uomo, sfruttata dai proprietari terrieri.
Nei racconti si ritrovano tutti i tratti dell’immenso sapere delle contadine: conoscenze legate alla natura, al ciclo calendariale, alla cura con le erbe officinali, insieme al mondo magico disseminato di strie e fenomeni spaventosi e inspiegabili.
Un tributo che abbiamo voluto fare alle donne, alla loro forza e al loro sapere, a tutto quello che hanno subito, alle loro storie che rischiano di essere dimenticate.
Robin Hood
Cosa potrà mai succedere a tre sgangherati personaggi che, cercando la stazione, hanno perso l’orientamento ed entrano per caso in un teatro?
Disperati per aver ormai perso il treno, non si rendono conto che una trappola ben peggiore sta per incastrarli: un egocentrico regista fa dei provini per allestire lo spettacolo “Robin Hood”.
Senza via di scampo, e con la prospettiva di poter poi tornare a casa, i tre sfortunati ce la metteranno tutta per dar vita alla storia, sfoderando idee impensabili, coinvolgendo il pubblico, ripescando i talenti più nascosti e dimenticati.
Un pezzo alla volta, come fosse un puzzle!
Scopriranno così il senso del gioco di squadra, la soddisfazione di portare avanti un obiettivo comune; comprenderanno che le difficoltà possono essere superate e le insicurezze dimenticate, perché “Tutti insieme, più forza abbiam!”.
Spettacolo esilarante, con un format che lo rende unico nel suo genere e che sa mescolare momenti di teatro nel teatro con momenti di teatro d’attore di alto livello, musica dal vivo e scene recitate in lingua inglese. Da non perdere!
Aladino e la lampada magica
Chi non vorrebbe avere un genio per amico? Un appoggio nelle situazioni più difficili, un aiuto per essere sicuri di farcela, di essere sempre all’altezza. Al giorno d’oggi siamo messi tutti sotto pressione dalle aspettative che gli altri hanno su di noi: a scuola come nello sport, in famiglia come tra amici. Emerge così un’innata insicurezza, la paura di non riuscire, la voglia di apparire migliori di quello che crediamo di essere. Non ci resta che specchiarci nella storia del simpatico Aladino per capire che ognuno di noi ha dentro di sé la forza per superare qualsiasi difficoltà. Con i nostri pregi e i nostri difetti siamo tutti pietre preziose; le nostre qualità e le nostre caratteristiche ci rendono unici ed è proprio mostrandoci noi stessi, senza bugie né sotterfugi, che riusciremo a farci voler bene e a vivere serenamente.
Raperonzolo
Tutto il mondo della bella Raperonzolo è una piccola torre, un buffo amico immaginario e tanti sogni nel cuore: non frequenta nessun amico, non esce nemmeno per piccole commissioni, non ha mai visto il mare.
Ma, al contrario di quello che ci si può aspettare, la madre che la tiene rinchiusa non è perfida e senza cuore, ma iper protettiva, convinta che fuori dalla torre esistano solo pericoli e che, in nome dell’amore per la figlia, non si rende conto di rovinarle la vita.
Un giorno accade qualcosa che sconvolge l’equilibrio della fanciulla: conosce un principe e se ne innamora. Che fare?
Spettacolo magico e coivolgente che saprà trascinare grandi e piccini in una storia avvincente, carica di colpi di scena e risate, trasmettendo l’amore nelle sue diverse sfumature. Il nostro invito è quello di far cadere gli stereotipi di bellezza e felicità, affinché ognuno trovi la forza di seguire i propri sogni e sappia amare l’altro oltre le apparenze e le convenzioni.
Jack e il fagiolo magico
Un brillante e divertente momento di clownerie sarà l’apertura di questo spettacolo che racconta la conosciuta e amata storia di Jack, bambino semplice e dai grandi valori. Sulla strada che porta al mercato della città, il piccolo Jack, che deve vendere la sua amata vecchia mucca, si imbatterà in uno strano personaggio dai mille aspetti e si troverà ad accettare cinque fagioli in cambio della sua amica a quattro zampe. Cinque fagioli in cambio della mucca?! Eh, già… perché i fagioli sono… magici!!! E così comincia l’avventura! Enormi piante da scalare, un cattivissimo orco da derubare per un finale pieno di morale! Scopriremo insieme l’importanza del rispetto, dell’amore e della condivisione perché chi disprezza, insulta, sfrutta e tiene tutto per sé piano piano si guarderà allo specchio e scoprirà di essere niente di meno che un… Orco!
Peter pan
Capolavoro di James Matthew Barrie, Peter Pan rispecchia sicuramente quelli che sono i problemi delle generazioni di oggi: la fuga dalle responsabilità, l’insaziabilità di avventure, la superficialità nei rapporti. Si tratta di caratteristiche non solo maschili, come ci fa capire lo stesso autore quando, nella prima drammatizzazione del suo romanzo, fa interpretare il ruolo di Peter ad una donna. Ma Peter non è un eroe: il suo fuggire lo rende vulnerabile e insicuro, la sua spavalderia nasconde una profonda tristezza. Come in tutti i nostri lavori, l’insegnamento e la morale lasciano ampio spazio al divertimento con buffi personaggi, musiche e dialoghi con il pubblico che diventa parte attiva dello spettacolo. Così abbiamo voluto proporre, attraverso una fiaba ricca di risate e colpi di scena, lo spunto per un’importante riflessione: impariamo ad ascoltare i nostri “bimbi sperduti” e accompagnamoli per mano lungo quel meraviglioso percorso che è la vita. Crescere è sicuramente l’avventura più bella!
La Bottega del Caffè di Carlo Goldoni
Allegra commedia che si discosta dalle altre opere goldoniane per la tipologia dell’intreccio. Come dice lo stesso Goldoni nelle sue memorie, la sua intenzione non era di rappresentare una vicenda ben precisa, ma di dipingere una piazzetta di Venezia e la vita delle persone che gravitavano intorno ad essa. Ecco quindi che tutta la scena non è altro che uno scorcio di realtà portato in teatro: ad ogni personaggio corrisponde un preciso carattere nel quale ogni spettatore può riconoscersi o ritrovare qualche suo conoscente. Tutto si svolge intorno ad una bottega del caffè, luogo di ritrovo di avventori abituali e di passaggio. La proprietaria è il personaggio chiave che tiene in fila gli avvenimenti mantenendo saldo il buon senso laddove viene a mancare. Donna onesta si impegnerà a riparare l’infelice matrimonio tra Eugenio e Vittoria: lui, posto ormai sulla cattiva strada, lei virtuosa e paziente, ma vicina alla disillusione. A questi si aggiunge Don Marzio, maldicente comico ed originale, che creerà malintesi ed incomprensioni. La commedia, chiaramente, ha lieto fine: tutto rientra nell’etica e nella morale comune, che vede trionfare il bene e punire il male. Don Marzio, che mai aveva messo in dubbiosa bontà le sue azioni, sarà accusato di calunnia, indiscrezione e spionaggio e costretto a lasciare Venezia, ma…
Un curioso accidente di Carlo Goldoni
“L’argomento di questa commedia non è che un fatto vero, verissimo, accaduto, non molto tempo fa, in una città di Olanda. Mi fu raccontato da persone degne di fede in Venezia al Caffè della Sultana, nella Piazza di S. Marco, e le persone medesime mi hanno eccitato a formarne una comica rappresentazione”. Così scrive Goldoni in una nota introduttiva (“L’autore a chi legge”) a “Un curioso accidente”, commedia scritta nel 1760 ed ambientata a L’Aja, in una nobile dimora olandese, intorno alla seconda metà del Settecento. Sotto il ben congegnato meccanismo scenico affiorano aspetti centrali dell’arte goldoniana: il gioco della seduzione, i diversi modi di intendere ed affrontare l’amore, l’eterno conflitto tra genitori e figli. Da una parte un padre che, troppo compiaciuto del successo sociale, non sa capire i sentimenti della figlia e, dall’altra, una figlia che non osando sfidare direttamente l’autorità paterna, nasconde il suo amore contrastato con un sotterfugio che innesterà tutta una serie di “curiosi” equivoci. Ne risulta una commedia che ha l’aspetto di un divertissement leggero con un intreccio piacevole, semplice e trasparente, privo di trame intricate e complesse: il cerchio tracciato racchiude la vita, senza nasconderla e senza spegnerla. E la vita è colma di tenerezze, di sogni, di malinconie, di piccole pazzie e di grandi tracotanze, di cuore e di ragione, di tirannia ed amore.
Le donne curiose di Carlo Goldoni
E’ con straordinario talento che Carlo Goldoni affronta, in questa divertente commedia scritta nel 1753, il tema della curiosità, caratteristica che, da sempre, è stata attribuita all’universo femminile. Beatrice e Rosaura impazziscono dalla voglia di vedere cosa accade nel “Ridotto di Messer Pantalone”, luogo di ritrovo dei loro rispettivi compagni con gli amici. La prima è convinta che il marito giochi, la seconda teme che il futuro sposo frequenti altre donne. A queste si aggiunge la cameriera, Corallina, che, più curiosa di tutte, saprà ingegnarsi per riuscire a sottrarre le chiavi del “Ridotto” al suo padrone e mettere finalmente piede in questo luogo proibito. Un omaggio alle donne, ai loro dolci difetti e agli ingegnosi progetti che riescono sempre ad attuare; e un ringraziamento agli uomini che, ognuno a proprio modo, sanno comprenderle e accettarle come sono.
La carovana delle maschere
Non poteva mancare nel nostro repertorio uno spettacolo dedicato alle origini della famiglia Lelio: il periodo della commedia dell’arte, iniziato in Italia nel XVI secolo e rimasta popolare fino al XVII secolo. Attori girovaghi (comici) allestivano all’aperto, con una scenografia fatta di pochi oggetti, rappresentazioni basate non su testi scritti (copioni) bensì su canovacci con il solo ausilio della loro capacità di improvvisazione (da qui commedia all’improvviso) e della loro arte estemporanea. La compagnia più famosa, fra quelle antiche, fu la Compagnia dei Gelosi dove si distinse il capocomico Francesco Andreini, in arte Capitan Spaventa il cui figlio, Giambattista, diventerà la maschera Lelio, carattere dell’amante corrisposto. Con gli anni Giambattista Andreini lascerà da parte il suo cognome e comincerà a firmarsi come Lelio. Di qui l’origine di una delle famiglie d’arte più importanti d’Italia: i Lelio. Nel nostro allestimento abbiamo voluto dare una forte impronta storica basandoci su un fatto realmente accaduto: la terribile pestilenza a Venezia che decimò la città. Una compagnia di comici dell’arte farà il suo ingresso in scena, creando un gioco di teatro nel teatro e rappresentando spontaneamente, senza forzature, la vita dei “figli d’arte” con testi e canovacci originali del tempo.
Il piacere dell’onestà di Luigi Pirandello
Si dice che un classico non muore mai, che un classico non passa mai di moda: Pirandello è un classico, e come classico continua ad essere rappresentato. All’origine, come spesso accade nel caso di questo autore, era una novella, Tirocinio, scritta nel 1905 per un pubblico borghese desideroso di ridere di tutto, anche di sé stesso. Nel 1917 il racconto diviene una commedia, una delle prime dell’autore a contenere tutta quella che sarà la sua drammaturgia: le maschere, le apparenze, il teatro nel teatro. Siamo in un salotto borghese di primo Novecento, un salotto in cui il marchese Fabio Colli, separato, e Maddalena, madre di Agata, tentano di convincere quest’ultima, rimasta incinta, ad accettare un matrimonio di facciata che possa conservare la reciproca reputazione e possa donare rispettabilità anche al nascituro. Il mezzo per salvaguardare le apparenze si chiama Angelo Baldovino, un uomo miserabile disposto a sposare per finta una donna. Come spesso accade nel caso di Pirandello, si tratta di facciata, di apparenza. Baldovino non è un uomo onesto, non lo è mai stato. Questo matrimonio rappresenta per lui un modo per liberarsi dalle oscure a taciute colpe passate. Ecco perché, nel momento stesso di fingersi onesto, il protagonista sceglie di portare alle estreme conseguenze le modalità e le forme di quella che è, all’interno della famiglia, una pura e semplice finzione. Di qui prende avvio l’essenza più profonda dello spettacolo, a metà fra la farsa e la tragedia. In controtendenza proprio con le convenzioni, quello che è nato come un inganno sociale si trasforma nell’unione vera di due esseri: la maschera è stata sconfitta e, per una volta, trionfa la vita tanto che il protagonista sposerà per finta una donna ma sul serio l’onestà. Nel nostro allestimento ci siamo concentrati sui quattro personaggi essenziali della vicenda, snellendo i dialoghi, spesso molto contorti e complicati pur lasciando integra la natura pirandelliana del testo: lo spettacolo risulta essere così più snello e lineare, adatto anche ad un pubblico giovane e meno preparato al teatro moderno.
Maschere nude di Luigi Pirandello
Spettacolo intenso di quella carica emotiva che solo un grande autore come Pirandello ci sa dare, si compone di due atti unici che risultano essere due grandi capolavori della letteratura italiana: “L’uomo dal fiore in bocca” e “La patente”. Tratto dalla novella “Caffè notturno”, L’uomo dal fiore in bocca, è stato rappresentato per la prima volta il 21 febbraio 1923 .Si tratta di un atto unico in cui l’uomo e l’interlocutore si confrontano sul senso della vita: l’uomo che sta per morire (il fiore è la metafora dell’epitelioma, il cancro che lo condanna) e per il quale la vita ha il senso di un microcosmo da osservare con l’intensità e il rigore scientifico di un entomologo, e l’interlocutore, invece, che rappresenta la normalità di chi ha tutto il tempo davanti a sé, e si lascia coinvolgere in una piccola serie di eventi quotidiani. L’atmosfera, inizialmente realistica, acquista presto una valenza metafisica nell’analisi ossessiva che il protagonista propone attraverso una gestualità spiata da un mondo che ormai lo trova come mero spettatore. La patente , pubblicata nel 1915, rappresenta il dramma dell’uomo costretto in un’immagine nella quale gli altri lo hanno calato. E’ la storia dolorosa e grottesca di Rosario Chiarchiaro, padre di famiglia che, allontanato dalla società perché considerato iettatore, perde il lavoro e vive di stenti. Decide di chiamare in tribunale i suoi diffamatori non per ottenerne la condanna, ma per vedersi ufficialmente riconosciuta la qualifica di iettatore, la patente, appunto. Apparentemente grottesco e bizzarro, in realtà il protagonista ha tutta la comprensione di Pirandello che esprime in questa novella il suo pessimismo e rivela grande partecipazione al triste destino degli uomini.
La prima volta che sono morto di Aldo De Benedetti
Divertente e originale commedia tratta da una grande capolavoro di Aldo de Benetti, fu rappresentata per la prima volta al teatro Eliseo di Roma nel 1945 e ottenne un grandissimo successo tanto che ne fu subito tratto un film con protagonisti Vittorio De Sica, Isa Miranda e Omo Cervi. Un povero impiegato, Adriano, una sera tornando a casa si sente male, perde conoscenza e il medico lo considera morto. Già sistemato nella cassa, si risveglia dopo qualche ora, tra il terrore della moglie Maria che dapprima lo crede uno spettro. I due coniugi, felici, stanno per cenare in tranquillità prima di dare il lieto annuncio a parenti e amici, quando all’improvviso Adriano si ricorda, frugando fra carte e telegrammi, di aver stipulato un’assicurazione sulla vita che frutterebbe alla moglie, in caso di morte, la favolosa somma di trecentomila lire. La tentazione è forte, e Adriano, vinte le resistenze di Maria, decide di non cambiare le cose e di continuare a far credere a tutti di essere morto. Si finge cognato di Maria e i due vanno a stabilirsi per qualche tempo in una ridente località balneare, dove nessuno li conosce fino a che… Spettacolo esilarante e coinvolgente ricco di colpi di scena e risvolti sia comici che amari che ci lascia con il fiato sospeso fino all’ultima battuta. Un lavoro di straordinario talento di un grande nome del teatro italiano.
Anne und Hans: Erinnern
Abbiamo deciso di ricordare le vittime delle Shoah dando voce a due capolavori della letteratura internazionale: “Il diario di Anna Frank” e “L’amico ritrovato”. Una lettura intima, quasi confidenziale, in cui traspare la freschezza di due giovani vite che hanno vissuto le emozioni e palpitazioni dell’adolescenza in un periodo storico estremamente tragico. Lo spettacolo ha la struttura di un reading a due voci: la voce maschile darà vita ad Hans, protagonista narrante del romanzo di Uhlman; la voce femminile sarà invece Anne Frank. Le voci si alterneranno a momenti di musica dal vivo e, in caso di disponibilità di un video proiettore, a immagini e video.
Il diario di nonno Pietro
“Pregai, sperai, ottenni” queste sono le profonde parole incise sul moschetto spezzato in due che gli salvò la vita. Sì, lo portava sempre a tracolla, sulla schiena, proprio dove fu colpito. Pietro Minelli la Grande Guerra la visse in prima linea per cinque lunghi anni. Ritornato a casa dopo esser stato ferito, con cento schegge su tutto il corpo, ma miracolosamente vivo, il suo spirito romantico lo porta a scrivere un diario.
“Battaglia del Piave – I miei ricordi”. Così inizia questo libriccino dalla perfetta calligrafia che riporta, con toccante sentimento, i giorni dal 5 al 23 giugno 1918. Uno straordinario e inedito racconto che trasmette con impressionante forza le paure, le angosce e le speranze dei nostri soldati, i nostri uomini.
Excalibur
L’integrazione, la convivenza e l’accettazione della diversità sono attuali problematiche presenti nella vita sociale dei giovanissimi e anche dei meno giovani. Abbiamo voluto affrontarle proponendo una storia inedita basata sul cosiddetto ”Ciclo bretone”, ossia l’insieme delle avventure che ruotano intorno alla figura di Re Artù. L’intreccio si sviluppa attorno alla mitica Excalibur, la spada di Re Artù, simbolo di potere e di forza, e ai vari tentativi messi a punto dalla malvagia Morgana per entrarne in possesso. Ogni personaggio della storia possiede caratteristiche ben definite, non casuali. Artù rappresenta l’ingenuità, la semplicità e i buoni sentimenti, la dolce e buona Ginevra, originaria di terre lontane, simboleggia la diversità, l’apertura a nuove frontiere. Merlino è naturalmente la saggezza, il valido aiuto dell’esperienza e infine l’intollerante Morgana che individua un razzismo vecchio, obsoleto, d’altri tempi. E’ così che ci auguriamo che il razzismo appaia ai nostri bambini: un sentimento sorpassato che non ha più ragione di esistere.
Arlecchino perduto e ritrovato
Avete mai provato a chiedere ai bambini quali sono le maschere italiane? Indubbiamente la maggior parte di loro non lo sa, o risponde piuttosto vagamente. Le maschere della Commedia dell’Arte sono un patrimonio nazionale di inestimabile valore: i loro lazzi, i loro scherzi e i loro caratteri vengono da una comicità istintiva, popolare, che si nutre con semplicità delle vicende del quotidiano. Questo spettacolo offre alle nuove generazioni, attraverso un testo inedito e molto divertente, una panoramica sulle figure delle più importanti maschere tradizionali. Il testo stesso, che narra di un Arlecchino perduto da piccolo e poi miracolosamente ritrovato, vuole essere, oltre che una divertente storia tutta da raccontare, una grande allegoria sul tempo, che ha messo da parte i vari Brighella, Balanzone, Pantalone a favore dei personaggi televisivi o dei cartoni animati. Nasce così, dalla riscoperta delle nostre radici, dalla rielaborazione per un pubblico moderno, dalla rivisitazione e dalla ricerca questo imperdibile spettacolo fatto di burle, celie, musica e poesia.
Il gatto con gli stivali
È, questo, uno dei testi per l’infanzia più conosciuti e amati che Perrault abbia mai scritto. In esso si ritrovano infatti tutti gli elementi che fanno di una fiaba uno spettacolo indimenticabile: animali parlanti, principesse e orchi si alterneranno sulla scena per dare vita a questa entusiasmante storia che ci mostra come sia sempre possibile trovare dentro di noi, nonostante le avversità della sorte, la volontà, la tenacia e l’intelligenza per riscattarci. La fiaba originale è stata adattata inserendo un simpaticissimo personaggio e i dialoghi vedono spesso il pubblico in veste di interlocutore.
I tre porcellini
Una buffa compagnia di comici decide di raccontare al giovane pubblico la storia de “I tre porcellini” e dopo una serie di divertenti gaffes e bisticci su chi debba essere il protagonista, la fiaba inizia ed è proprio come i bambini la vogliono! Ognuno dei porcellini seguirà la propria strada rappresentata dalla casetta che deciderà di costruirsi e saranno proprio le loro scelte a fargli capire quanto sia importante impegnarsi con prudenza e astuzia perché … il lupo è sempre in agguato!! Spettacolo all’insegna del divertimento che sa coinvolgere grandi e piccini grazie ai giochi di teatro nel teatro e ad una colonna sonora originale ed entusiasmante e che si propone di trasmettere l’importanza di saper darsi da fare per la propria tranquillità e di sapere aiutare chi si trova in difficoltà.
Hansel e Gretel
Un magico tuffo in quello che è uno tra i più conosciuti capolavori dei fratelli Grimm: Hansel e Gretel. Chi non conosce, infatti, le avventure dei due piccoli fratelli: la perfida matrigna e il buon genitore sottomesso, la casetta di marzapane che fa da contrappunto alle ristrettezze economiche della famiglia e che simboleggia le tentazioni degli eccessi e le annesse insidie, rappresentate dalla strega cattiva. Nel nostro allestimento abbiamo voluto rimanere fedeli al testo, dando un’impronta piacevole e divertente e inserendo un tema che va oltre il solito riscatto dei buoni o la necessità di fare attenzione ai pericoli. Si tratta del valore della famiglia: l’importanza, la fortuna e la gioia, nelle avversità della vita, di ritrovare al proprio fianco un fratello (o sorella) riscoprendo l’amore incondizionato che ci può donare.
Recital Leopardi
Un momento di lettura onirica emozionante per tuffarsi nello straordinario e misterioso mondo leopardiano, un percorso di sensazioni sul sentiero della vita del più grande poeta e filosofo italiano. Così abbiamo voluto affiancare alle nostre produzioni di teatro classico una novità assoluta, un recital tra poesia e teatro di notevole impatto emozionale e drammaturgico: una mescolanza di discorsi, monologhi, prosa, poesia e musica. Traguardo di un percorso culturale sull’autore, sulla sua vita e sul suo modo di vedere e di pensare il mondo, le letture sono strutturate in due filoni che si intrecciano, si amalgamano e danno vita ad un’unica essenza “leopardiana”: gli inni più conosciuti incontrano le sempre attuali Operette Morali e gli affascinanti temi dello Zibaldone. Filosofia e poesia sono un corpo unico, niente è lasciato al caso: i pensieri, le parole, i dialoghi, le musiche sono frutto di un accurato studio, oltre che della poetica, anche della vita e del modo di essere del Conte Leopardi. Con la straordinaria voce di Angelo Lelio, figlio della storica famiglia d’arte, un fantastico viaggio tra pensieri, sogni, illusioni e disinganni del poeta, del pensatore, dell’uomo Giacomo Leopardi.
La bisbetica domata di W. Shakespeare
Non più disponibile!
Uno dei testi più conosciuti, amati e discussi dal pubblico di tutti i tempi. Un viaggio alla scoperta di un grande autore come Shakespeare. Formata da un prologo e due storie tra loro intrecciate, quella di Caterina e Petruccio e quella di Bianca e Lucenzio, l’opera narra di come il rude Petruccio riuscirà a “domare” la bisbetica Caterina. In questa divertente commedia, Shakespeare dimostra la sua personale sensibilità critica nei confronti del ruolo della donna del suo tempo ed analizza con grande abilità la psicologia femminile. Egli si oppone alle fredde regole sociali dei matrimoni combinati per interesse o prestigio delle famiglie e, nella figura di Caterina, ci mostra con ironia i conflitti interiori di una moglie domata dal matrimonio. Caterina mostra, al contempo, la sottile intelligenza femminile, il coraggio e l’ostinazione che la sorreggono nel rapporto difficile con Petruccio. Il contrasto tra Caterina, donna diretta, ma sincera, e Bianca, fanciulla educata, ma prepotente alla fine, mette in guardia il pubblico sulle false apparenze ed insegna che non sempre la sposa che si piega remissiva ai doveri è capace di amare veramente. Nel nostro allestimento abbiamo voluto rendere centrale il ruolo di Sly, il calderaio ubriaco per il quale viene allestito lo spettacolo. Egli riuscirà a prendere le redini della situazione, riuscendo a domare la difficile dama. Proprio questa idea registica, consente uno studio più approfondito sulla vicenda e sul grande interrogativo che Shakespeare ci lascia: sarà vera sconfitta, quella di Caterina? L’apparente sottomissione disegna un mondo femminile più astuto di quanto sia quello maschile? O la coppia, nel suo equilibrio e amore, riesce a prendersi gioco di tutti, compresi gli spettatori…A voi l’ardua sentenza…